Decennale dalla morte di Stella Brioschi…ideatrice e fondatrice del Granaio insieme per la vita
La quasi totalità di queste giovani mamme, si abbatte, si deprime, si incupisce, si disanima sino ad arrivare alla depressione e cerca di isolarsi ammalandosi giorno dopo giorno sino a innescare la felicità di psichiatri e psicologi, che vedono in questa nascita una montagna d’oro per loro. Nel 1980 si è pagato sino a 600.000 lire per una visita specialistica. Lo Stato non esisteva e non esiste tutt’ora.
Stella si è ripresa presto, molto velocemente. Ha compreso subito come girava l’ambiente sociale. Il Sacerdote le diceva: Dio sa quello che ha fatto ,esiste sempre una motivazione. E lei giorno e notte si interrogava cosa avesse mai fatto di male e non riusciva a trovarlo. I parenti ed amici per paura di dover collaborare in qualche modo quando la vedevano da lontano e cambiavano strada.
Stella a quel punto si è resa conto che esisteva solo lei e suo figlio e che il compito di trovare una via accettabile per la sua famiglia e per il figlio dipendeva solo da lei. Anni e anni di ginnastica stressante al piccolo Marco. Ore e ore di esercizi giornalieri che venivano dettati da sperimentazioni fatte all’estero. Coinvolgimento di tante persone, sino a 25 che giravano per la casa rinunciando a quel minimo di intimità che generalmente hanno tutte le persone normali. Stella ha fatto il contrario di tutte le altre mamme, che vergognandosi, nascondevano il loro figlio in casa. Lei voleva rendere pubblico questo aspetto della vita e senza paura voleva denunciare il problema a tutti che fingevano di ignorarlo. Ma non bastava solo questo atteggiamento. Bisognava fare di più. Decideva allora,Stella, di lavorare per se stessa e per tutti gli altri. Fondava un’associazione,nel1981, l’AGAPH con l’intento di raccogliere queste mamme e queste famiglie che condividevano i suoi problemi. Questa associazione , nella prima intenzione era quella di raccogliere queste mamme e cercare di dare loro la forza ed il coraggio di alzare la testa quando camminavano. Naturalmente questa associazione, trovava tutte le difficoltà burocratiche anche allora. Abbiamo richiesto più e più volte una sede presso il Comune, ma nessuna forza politica-né di destra né di sinistra- ci ha mai ascoltato nè seguito. Sino ad oggi , sono passati quasi 39 anni ma le varie amministrazioni non hanno trovato una sede ed un’attenzione particolare per questa associazione. Il riconoscere un’associazione di questo genere voleva dire per il comune dichiarare che vi erano dei bisogni sociali che bisognava ignorare. Con questa associazione si sono fatte molte cose importanti. Abbiamo fatto i campionati italiani sul campo sportivo di Cernusco. Sono stati raccolti circa 80milioni (1988). Le spese erano tante, gli atleti arrivavano da tutta Italia e bisognava pagare alberghi e soggiorni. Si è aperta una mensa di dimensioni enormi, con l’aiuto degli alpini e si distribuivano – gratuitamente – circa 3000 pasti al giorno. Abbiamo dato inizio ad una manifestazione annuale, con l’aiuto della fiera di Osnago, nella quale venivano invitate tutte le organizzazioni del sociale. Manifestazione che è continuata per anni e che ora il sindaco di Lecco dr. Brivio ha fatto sua e che viene chiamata Manifesta. Tutto questo Stella ha fatto per diversi motivi: unire queste mamme e famiglie e dare loro un po’ di coraggio, acquistare visibilità sul territorio per iniziare le battaglie successive per il diritto del disabile. La base di partenza per un viaggio di conquista. Quali erano?
- Il bambino dopo la scuola infantile, a cui era proibito l’accesso ai disabili, dove sarebbero finiti? Stella pensava che i bambini dovevano essere inseriti nelle scuole normali e non nasconderli , sino ai 15 anni, in istituti speciali per poi restituirli alle famiglie e dire loro: adesso sono affari vostri. Stella era convinta che tutti i compagni normodotati dovessero vivere assieme a questi bambini sfortunati e rendersi conto che esisteva questo mondo e lo accettassero. Allora è partita la lotta presso la Regione, il Comune ed il Provveditorato per ottenere questa norma. Tante riunioni, tante battaglie tante esposizioni sui media ma alla fine Stella ce l’ha fatta. Marco, suo figlio, è stato il primo ad essere inserito in una scuola normale. Dall’anno dopo tutti i disabili avevano diritto ad entrare nelle scuole ordinarie. Era una battaglia condivisa su tutto il territorio nazionale, ma nella nostra Brianza era la prima scuola ad introdurre questa abitudine che poi è diventata legge.
- Seconda tappa: quando il disabile arrivava a 15 anni , non aveva più diritto alle scuole d’obbligo cosa bisognava farne? Allora Stella ha pensato ad una scuola di inserimento per queste persone, che con programmi adeguati, con fisioterapie e con strumenti adatti cercassero di rendere la vita, per questi soggetti che avevano difficoltà sia motorie che comportamentali. Allora altro lavoro straordinario; serale, domenicale (Stella lavorava tutti i giorni come insegnante). E quì Stella aveva un carisma particolare. Veniva accolta come persona valida e seria agli occhi di persone importanti del territorio. Avvicinava il presidente della Regione Lombardia Giovenzana al Supermercato Esselunga, conoscendo gli orari in cui lui da solo, andava a fare la spesa e cercava di convincerlo(tra un pacchetto di pasta ed una mozzarella) ad emanare qualche provvedimento in merito. Incontrava persone meravigliose come il sindaco di Merate, Ing. Ghezzi e assessori come Laura Crippa che comprendevano lo stato d’ansia di una mamma con questi problemi e cercavano di costruire qualcosa di utile. Da tenere presente che allora Sindaci e assessori lavoravano gratis per la comunità. Sono state persone che – gratuitamente- hanno costruito l’Italia a cui ora si contrappongono amministratori che la stanno distruggendo e pretendono pure lo stipendio. Ad ogni modo Stella con queste persone ha costruito una realtà. Gli venne assegnata una scuola, abbandonata, a Brugarolo. E da li è iniziata una struttura che allora si chiamava CSE e che ora si chiama CDD. I genitori potevano respirare per almeno otto ore o potevano recarsi al lavoro. Nessuno sapeva come dovevano comportarsi gli assistenti e dobbiamo un grazie al dr Colombo, che plasmò questo centro( dal nulla) per diversi anni educò e programmò le giornate del centro. Fu una grande vittoria di Stella. Ma già stava pensando ad altro.
- Ma che ne sarà dei nostri figli dopo la mia morte? Questo è stato il pensiero dominante di Stella, giorno e notte. Ed allora che fare? Sicuramente le istituzioni non pensavano minimante a risolvere i problemi delle famiglie. Una grandissima persona che ha tentato di costruire un tessuto sociale in Italia era morto. Si chiamava On. Basaglia. Aveva fatto approvare una legge –nel 1977- che chiudeva i manicomi. Strutture che contenevano di tutto: malati di mente, disabili fisici, tutti coloro che non la pensavano in un modo affine alla morale del momento-tutti coloro che bisognava nascondere alle persone per bene che andavano a messa. Anche poeti come la Merini e altre personalità venivano confinate in quel posto. Bene questo Basaglia nel chiudere i manicomi aveva anche programmato cosa bisognava fare. Dividere i soggiorni dei vari malati secondo le categorie di mente o handicap e costruire case accoglienti, piccole e dedicate ai vari problemi. Aveva dato ai politici 20 anni per realizzare il progetto ed aveva messo a disposizione circa 400miliardi di allora. Sapete cosa hanno fatto i nostri politici dopo venti anni? Nulla di nulla. Anzi si erano mangiati questo immenso finanziamento. Sicuramente era più importante finanziare gli appalti ai mafiosi. Bene, vista la realtà, Stella si rimbocca le maniche e progetta di costruire una casa alloggio per i disabili che restano senza genitori. Questa casa oggi si chiama ‘il Granaio’ di Paderno d’Adda. E quanto lavoro per raccogliere ben 1milione e 600 mila euro che sono stati necessari per costruirla!!. Quanti aiuti ricevuti da industriali, pochissimi dai Comuni, zero dal Comune di Merate e tanto tanto lavoro. Manifestazioni, lotterie e tante tantissime attività che ci portavano via tutto il tempo libero, notti e sabati e domeniche. Ma alla fine –questa casa – esiste e possiamo dire che senza dubbio è la più bella casa del genere, almeno in Lombardia.
- Cosa possiamo dire ancora di Stella? Riceveva moltissime telefonate dai partiti che la invitavano a presentarsi candidata. Sia di destra che di sinistra. Ma Stella considerava i partiti e la politica qualcosa di non buono, e si guardava bene dall’immergersi in questa cloaca. Voleva girare a testa alta e non farsi comandare dal capopartito di turno e libera, sempre e comunque da ogni compromesso. Oggi io ricevo complimenti e ammirazione per le grandi opere fatte e visibili. Mi sento un po’ in colpa verso Stella. Avrebbe dovuto essere lei a ricevere complimenti e ammirazioni e riconoscimenti per quanto fatto. Non sono io. Sicuramente ho contribuito ma lei era il motore di tutto. Una cittadina del genere dovrebbe essere ricordata dal nostro Comune, come una grande personalità invece di pensare ad abbattere alberi e creare parcheggi. Sono questi esempi che andrebbero valorizzati per creare tra i nostri giovani dei valori di cui tanto manchiamo e che invochiamo tutti i giorni.
Ringraziamo i genitori di Stella, Iolanda e Alfredo, che per 30 anni ci hanno supportato dando a noi la possibilità di agire in qualsiasi ora della giornata e della notte. Io come marito –mi sento fortunato –per aver sposato una donna di questa statura.
Scopel Costantino
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